Odoardo Borrani

Odoardo Borrani nasce a Pisa nel 1833 e muore a Firenze nel 1905.  Trasferitosi a Firenze da bambino, nel 1849 cominciò il suo apprendistato da Gaetano Bianchi pittore e restauratore, grazie al quale conobbe l'arte del Trecento e del Quattrocento aiutandolo nei restauri del Chiostro Verde di Santa Maria Novella e poi in Santa Croce, da cui trasse copie a disegno.
Nel 1851 s'iscrisse all'Accademia di Belle Arti dove fu allievo di Enrico Pollastrini. Nel frattempo disegnava dal vero nelle campagne attorno a Firenze con Telemaco Signorini e Vincenzo Cabianca. Nel 1855 presentò alla Promotrice fiorentina e a quella genovese una scena di vita contemporanea: L'atrio del teatro alla Pergola.
Nel 1859 partecipò alla seconda guerra d'indipendenza con Signorini e Martelli, fu di stanza a Calcinato e poi a Modena, insieme agli altri volontari toscani.
 

Nell'estate del 1860, con Banti, Cabianca, Pointeau e Signorini, si recò a Montelupo, nel Valdarno fiorentino, per dipingere all'aria aperta. Nel luglio del 1861 si recò con Raffaello Sernesi a dipingere a San Marcello Pistoiese, dove eseguì una serie di studi di paesaggio da cui trasse due dipinti, presentati alla Prima Esposizione Nazionale allestita  a Firenze, insieme a Il 26 aprile 1859, un soggetto patriottico.
 

Dal 1862 cominciò a esporre con frequenza e  prese l'abitudine di recarsi a Castiglioncello durante l'estate, ospite di Diego Martelli; realizzando diversi quadri, come:

Odoardo Borrani, Orto a Castiglioncello, collezione privata

Nel frattempo lavorava con Silvestro Lega, artista romagnolo che si era isolato a dipingere a Piagentina, nella periferia di Firenze.
Al 1863 risalgono le Cucitrici di camicie rosse.
A Piagentina, dove si trasferì attorno al 1865, Borrani creò capolavori quali Speranze perdute, Le primizie, L'Arno. Motivo dal vero (1868) e L'analfabeta e Il richiamo del contingente. Nell'estate del 1867, a Castiglioncello, dette vita con Giuseppe Abbati e Giovanni Fattori a un vero e proprio sodalizio artistico. Opera esemplare di quella ricerca è 


Odoardo Borrani, Carro rosso a Castiglioncello, 1867 collezione privata
Nel 1875, insieme a Silvestro Lega, aprì a Firenze una galleria d'arte, con l'intento di promuovere e sostenere la pittura dei macchiaioli, ma il negozio chiuse nel giro di due anni.

 Il 26 aprile 1859
Odoardo Borrani,  Il 26 aprile 1859, 1861 collezione privata
In questo dipinto, presentato da Borrani alla Prima Esposizione Nazionale del 1861, si riflette il clima di fervore democratico, che accompagnò gli avvenimenti del 1859, quando il granduca Leopoldo II, spinto dalla pressione popolare, il 27, decise di abbandonare Firenze. 
Il quadro, raffigurante un giovane donna intenta a cucire il tricolore il giorno precedente alle dimostrazioni popolari, non ha interesse soltanto come documento storico, ma, costituisce anche un momento molto significativo nello sviluppo del realismo in Toscana. Il quadro ottenne un grande successo alla sua prima apparizione tanto da essere acquistato dal principe di Carignano, scomparendo ben presto dal mercato. Solo di recente è riapparso sul mercato.

Le cucitrici
  Odoardo Borrani, Le cucitrici di camice rosse, 1863 collezione privata
Questo capolavoro dove il Borrani realizza una sorta di continuazione del quadro "26 aprile 1859", costituisce un punto di riferimento per comprendere come il quadro di genere, in questi primissimi anni del realismo in Toscana, prende altre strade, riempiendosi ed animandosi di nuovi contenuti sentimentale ed etici.

Vanessa Palloni, Sara Manfellotto, Anna Secondo