Silvestro Lega

Silvestro Lega è un pittore italiano nato a Modigliana, sulle colline romagnole, nel 1826  ma vive a Firenze fino alla sua morte  nel 1895.
Durante la sua vita esso si iscrive all’ accademia delle belle arti dove segue i corsi di Bezzuoli.
Nel 1845 frequenta invece lo studio di Luigi Mussini.
Ma  la sua vita artistica ha veramente inizio quando frequenta un gruppo di giovani artisti riuniti al Caffè Michelangelo chiamati Macchiaioli.
Realizzò le sue opere migliori tra il 1867 e il 1868, quali «Il pergolato», «Il canto dello stornello», «La visita», che rimangono tra le opere più importanti dell’Ottocento italiano. 

Il Pergolato
Silvestro Lega, Un dopo pranzo (Il pergolato), 1868, Milano Pinacoteca di Brera
È una rappresentazione che coglie una realtà molto comune. Il realismo di Lega è dimostrato dalla capacità di rappresentare con una fedeltà anche i particolari più banali della scena utilizzando sempre la tecnica della macchia e un colore chiaro e brillante.  La rappresentazione di un momento di vita quotidiana semplice serve a Lega per cogliere quell’attimo fuggente di piaceri semplici della vita piccolo borghese, vissuta in città, piccole o grandi, che conservano ancora un rapporto felice con lo spazio della campagna. L’Ottocento italiano è tutto in questo quadro: la sua vita, i suoi tempi, le sue sensazioni, la sua luce.

Il canto dello stornello
Silvestro Lega, Il canto dello stornello, 1867 Firenze Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti
Tre donne sono intente a cantare mentre una di loro suona il piano. Lega pone la scena in controluce di fronte ad una finestra aperta. Da quella finestra entra  la luce e un’atmosfera pulita che sa di campi coltivati e colline lontani.
Un altro quadro di Lega conservato a Firenze è questo:

Silvestro Lega, La padrona del giardino, 1887, Firenze Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti


I Macchiaioli
Uno dei Movimenti artistici più importanti dell'Ottocento italiano nasce a Firenze nella prima metà dell’ 800 precisamente in un bar denominato Caffè Michelangelo in Via Larga oggi Via Cavour, in cui artisti di ogni genere si riunivano per scambiarsi opinioni  al di fuori di ogni regola accademica, ma  in un ambiente irrequieto e denso di creatività .

Il termine macchiaioli fu usato per la prima volta nel 1862 sulla Gazzetta del popolo, chiamati così per l’ideale  che il contorno dellla forma non esiste ma è creata dalla luce e l’individuo vede tutto il mondo circostante attraverso forme non isolate dal contesto della natura. In conclusione il colore è per il soggetto l’unico modo di entrare a contatto con la realtà .
L'arte di questi pittori fu definita  da molti. Adriano Cecioni teorico e critico del movimento, affermò che l'arte consisteva: "nel rendere le impressioni che ricevevano dal vero col mezzo di macchie di colori di chiari e di scuri".

Al suo ritorno da Parigi anche Il critico Diego Martelli nel corso di un importante conferenza sugli impressionisti fatta a Livorno nel 1879, parla del Caffè Michelangelo, descrivendolo come un luogo ricco di discussioni sui problemi dell'arte e di come la cultura figurativa locale si fosse diffusa, uscendo così dai limiti della provincia toscana internazionalizzandosi.
I principali esponenti di questo movimento sono: Serafino De Tivoli, Vincenzo Cabianca, Cristiano Banti, Vito d'Ancona, Odoardo Borrani, Giuseppe Abbati, Raffaello Sernesi, Giovanni Fattori. Insieme a loro anche Silvestro Lega


Martina Iaccarino, Mema Ervis, Alessio La Rosa, Stefano Fantoni